- Basilico, 1 Piantina
- Brodo
- Burro, 150 g
- Carne di camoscio, 2000 g
- Cipolla, 1 1/2
- Cuore di camoscio
- Fegato di camoscio
- Noce moscata, 1/2
- Polmone di camoscio
- Spezie miste, 1 Cucchiaio
- Timo, 1 Rametto
- Vino rosso, 200 Cl
Per preparare questo particolare salmì si può usare qualsiasi parte del camoscio, con l'unica accortezza di togliere dalla carne tutto il grasso. Poi si proceda così: si metta la carne, tagliata a pezzetti, in fusione nel vino che deve essere - possibilmente - piuttosto alcolico e scuro. Si triti grosso una cipolla con una manciata di foglie di basilico e un rametto di timo. Si spappolino il fegato, il polmone e il cuore del camoscio. Il tutto, la carne, il tritato e le frattaglie, rimescolato nel vino, si lasci in fusione in apposito recipiente coperto per quattro o cinque giorni. Per cucinare la carne così pronta, in una pentola, si faccia prima il soffritto con il burro (o margarina) e la cipolla. Rosolato molto bene, vi si aggiunga lentamente il vino dell'infuso, unendovi pure un cucchiaino di spezie miscelate e mezza noce moscata. Indi, si lasci cuocere, da un'ora ad un'ora e mezza, a seconda dell'età del camoscio. Se il salmì si asciuga troppo, vi si versi man mano del brodo già pronto, fino a che l'intingolo non diventa più spesso. Si serva con la polenta, magari quella mista nera e gialla, oppure con il pan tostato o, meglio, con i crustùn de sègal a la cuntadina.